Bellco Medolla, stato di agitazione per il contratto

Ieri mattina, dalle ore 8 alle 10, si sono effettuate le prime due ore di sciopero

Sciopero di 2 ore giovedì 22 ottobre, dalle ore 8 alle 10, alla Bellco di Medolla (Modena), azienda biomedicale con 270 addetti, acquistata nel 2012 dal fondo Charme (Montezemolo and partners). Lo sciopero proclamato da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil territoriali e dalla Rsu, rientra nel pacchetto di otto ore con blocco degli straordinari, già a partire dal 19 ottobre, per rivendicare il rinnovo del contratto integrativo, scaduto a dicembre 2013. Ha aderito all’agitazione la totalità degli addetti in produzione e tra il 70-80% degli impiegati amministrativi. “Con il subentro della nuova proprietà – dicono i sindacati – abbiamo iniziato un confronto con l’azienda che purtroppo, ad oggi, non ha portato a nulla di fatto. Manca ancora un piano industriale che rilanci l’impresa e permetta lo sviluppo più volte annunciato e mai arrivato. Dalla direzione continuano a darci informazioni negative circa le condizioni economico-finanziarie dell’azienda e, di conseguenza chiedono sacrifici sull’integrativo”.

Già lo scorso anno, sindacati e Rsu, viste le difficoltà dell’impresa, hanno firmato un accordo transitorio per il solo 2014, con un premio di risultato per i dipendenti inferiore alle medie percepite fino al 2013. “L’intesa, però, prevedeva anche l’impegno dell’azienda a presentare ai sindacati un piano industriale dettagliato, per consolidare e sviluppare l’azienda nel mercato italiano e in quello internazionale, e quindi la formalizzazione di investimenti e assetti organizzativo-occupazionali – aggiungono le sigle –. Purtroppo, dobbiamo prendere atto che di tutto questo, ad oggi, non c’è traccia. Il gruppo sembra navigare a vista, con risultati di bilancio tutt’altro che incoraggianti e prospettive poco chiare, e tutto ciò diversamente dalle aziende del settore che, nonostante la crisi e i tagli alla sanità, hanno mantenuto, se non aumentato, le proprie quote di mercato. Inoltre, se sino a inizio ottobre l’azienda confermava sul premio di risultato la disponibilità a una soluzione analoga a quella dell’anno scorso, nell’ultimo incontro del 13 ottobre ha fatto marcia indietro, ritirando la disponibilità sulle quantità salariali”.

Fonte: rassegna.it