Intervista a Paolo Poggioli

Consulente per le aziende medicali, fondatore e consigliere del Consorzio Consobiomed, ha alle spalle una carriera nel biomedicale cominciata a Milano che poi lo ha portato a trasferirsi definitivamente nel distretto mirandolese.

Ci racconti la sua storia professionale:

ha sempre lavorato nel distretto biomedicale mirandolese oppure prima ha svolto altre attività?

Dopo la laurea in Ingegneria Elettrotecnica ho lavorato come ricercatore per il CNR presso l’Istituto di Elettrotecnica dell’Università di Bologna e, contemporaneamente, come assistente presso l’istituto di Macchine della stessa Università.

In seguito mi sono trasferito a Milano, iniziando a lavorare, prima come progettista di apparecchiature medicali e poi come Product Manager Emodialisi presso la Saccab.

Nel 1974 ho ricevuto un offerta di lavoro da parte della Hospal Dasco che ho accettato, così mi sono trasferito a Mirandola per ricoprire, prima il ruolo di Product Manager Emodialisi, poi quello di Responsabile Ingegneria Disposable ed infine la funzione di Product Manager Internazionale Emodialisi.

 

Com’è stato il primo impatto con questo settore?

 Il primo impatto è stato buono perché conoscevo già il settore. Ero stato “chiamato” a Mirandola proprio perché ero già esperto di dialisi e dei relativi prodotti.

 

Si ricorda le difficoltà dei primi mesi nel biomedicale? come le ha affrontate?

Non ho avuto mai particolari difficoltà, salvo dopo la mia operazione (nel ’79): presso la Hospal Dasco sono stato sottoposto a quello che ora chiamiamo “mobbing”. Per gli svizzeri/francesi, da cui dipendevo direttamente a quel tempo, io ero finito! A causa di questo ho dato le dimissioni e fondato la mia prima società, la Kidline. Ai tempi l’azienda era costituita solo da 3 operaie e ci occupavamo di produzione di linee per Emofiltrazione per la Gambro.

In seguito, ho fondato la Kilab, pur mantenendo attiva anche la Kidline e le cose hanno cominciato ad andare molto bene specialmente dopo la joint venture con la società americana Cobe Laboratories di Denver. Arrivammo ad avere circa 50 dipendenti e producevamo linee emodialisi, col logo Cobe, per l’Europa.

Contemporaneamente ho sentito l’esigenza di ampliare l’attività nel settore dei disposable medicali, così ho fondato la EMO srl di San Prospero. Nel 1982 ho lasciato la Kilab e fondato la Med-Italia Biomedica di Medolla che si occupava di circuiti per Cardiochirurgia e kit procedurali. Tale società è tutt’ora esistente. Qualche tempo dopo ho fondato anche la Medistar a San Felice sul Panaro.

Dal 2003 svolgo attività di consulenza alle aziende medicali, facendo da intermediario tra realtà nazionali e internazionali e occupandomi in particolare di ricerca e sviluppo e di qualità. Sono inoltre consigliere del Consorzio Consobiomed di cui sono uno dei fondatori, e gestisco Mobimed, il museo del medicale che ho allestito personalmente.

 

Consiglierebbe oggi ad un giovane d’intraprendere una carriera nel distretto?

Consiglierei sicuramente ad un giovane d’intraprendere una carriera nel nostro distretto. Se riusciamo a non pensare al terremoto, alle trombe d’aria ed alle inondazioni, questo è veramente un bel distretto, molto evoluto in cui c’è molto da imparare. Inoltre nelle nostre zone si vive abbastanza bene.

 

Come immagina il distretto biomedicale mirandolese tra 10 anni?

Non riesco ad andare così lontano con il mio pensiero, ormai si vive di anno in anno e ci sono sempre delle sorprese! Sono convinto comunque che il biomedicale rimarrà a Mirandola e forse ancora più sviluppato di adesso.