INTERVISTA: ALESSANDRO GUBBINI dagli Stati Uniti al Biomedicale Mirandolese?

Una carriera nel campo dell’imaging medicale maturata in diverse aziende in giro per il mondo, la sua prima esperienza di lavoro però è avvenuta in Italia, presso un’importante azienda fiorentina, uno dei principali produttori mondiali di sistemi diagnostici medicali, dopo 6 anni la decisione di trasferirsi in Pennsylvania (USA) dove per 14 anni ha lavorato per un’azienda impegnata nello sviluppo e nella produzione di sonde per ultrasuoni mediche arrivando a ricoprire il ruolo di Managing Director.
 

Nel 2015 ritorna presso la prima azienda in Toscana per tre anni, ma poi decide di tornare negli Stati Uniti, come mai?

Tornare in Italia dopo anni trascorsi all’estero è stata un’ottima esperienza personale e professionale, e mi ha dato l’opportunità di aiutare l’azienda in una fase di cambiamento molto importante. Durante questi anni ho contribuito a creare a Firenze il centro di eccellenza per lo sviluppo e la produzione di sonde ecografiche, una delle parti e delle tecnologie più importanti dei sistemi ecografici. La decisione di tornare negli USA è stata prevalentemente di natura personale; mia moglie ha la famiglia in India e una carriera accademica negli Stati Uniti, mentre mio figlio è nato negli USA. Al momento stiamo lavorando insieme nel compito non facile di bilanciare le nostre esigenze famigliari e professionali.

 

La sua famiglia sarà orgogliosa di questa importante carriera, vivere in diversi paesi è un’occasione di arricchimento culturale quanto personale, come ha influenzato l’educazione e l’istruzione dei suoi figli?

Questo è un argomento che mi sta molto a cuore. L’educazione di mio figlio ed il suo senso di appartenenza a luoghi e culture diverse sono una delle miei principali preoccupazioni nonché fonti di grandi soddisfazioni. Le preoccupazioni associate al non avere un chiaro paese, lingua o cultura di appartenenza sono spesso compensate dalla soddisfazione di vedere mio figlio inserirsi senza difficoltà in contesti culturali molto diversi fra loro. Spero che queste esperienze gli siano di aiuto a sviluppare curiosità e voglia di imparare, nonché la capacità di riconoscere, apprezzare e rispettare diversi stili e scelte di vita, sia personali che professionali

 

Nel corso della sua carriera ha raggiunto molti obiettivi, il distretto biomedicale mirandolese potrebbe essere una nuova sfida per lei? cosa vorrebbe per il suo futuro?

In questa fase della mia carriera mi sto dedicando a collaborare con aziende biomedicali intente a crescere nel mercato globale, e penso che il distretto biomedicale mirandolese possa fornire questo tipo di opportunità e di sfide. In particolare sono interessato alle realtà industriali medio-piccole dove il forte senso imprenditoriale ed il legame con il territorio si sposano con la capacità di inserirsi e crescere nei mercati globali, e dove l’innovazione avviene sia sul piano tecnico che sui modelli di business e gestionali. Per il mio futuro professionale vorrei pertanto continuare a contribuire alla crescita del mercato del biomedicale attraverso collaborazioni che portino all’introduzione di nuove tecnologie e nuovi modelli di business capaci di migliorare in modo concreto qualità e costo della sanità.